Trenta Cinque Anni
Dal 1980, anno della sua nascita, il Teatro delle Radici, fondato da Cristina Castrillo, non si è più fermato.
Mattone dopo mattone, ha fatto diventare un capannone semi-distrutto e abbandonato la sua piccola sede, ormai storica, dove portare avanti le proprie avventure creative.
Dedicandosi ininterrottamente alla ricerca dei mezzi espressivi e alla formazione degli attori, ha creato una quarantina di spettacoli e portato il frutto del proprio lavoro in trenta paesi diversi, che vanno dall’ Europa all' America latina, dall’ Asia all’ Africa, dal Medio Oriente all’ Australia.
Il suo approccio creativo è diventato punto di riferimento per molti attori, studiosi e registi che, anno dopo anno, assistono al Laboratorio Internazionale, un incontro di formazione e di ricerca assai particolare nell’ ambito ticinese.
Alla pubblicazione dei propri testi teatrali (probabilmente una delle più cospicue raccolte drammaturgiche in Svizzera) si abbina la costante azione culturale e sociale sul territorio.
Fondamentalmente, uno degli elementi più determinanti di questo suo lungo percorso è quello di aver formato e sostenuto una parte significativa delle nuove generazioni di teatranti professionisti, in Ticino e altrove.
È per questa ragione che la programmazione prevista – oltre alla presentazione degli ultimi spettacoli della compagnia: “Neve”, “Amori” e “Se il silenzio sapesse” – ha voluto ritagliare uno spazio particolare presentando, sotto l’emblematico titolo di Generazioni, una serie di spettacoli e di performances frutto del lavoro di attori che hanno fatto parte della storia del Teatro delle Radici e che, in molti casi, affiancano ancora le sue iniziative.
Programma
I nostri ultimi spettacoli
venerdì 20 marzo – ore 20.30 – sala Teatro delle Radici
« NEVE »
da un’ idea di Bruna Gusberti
con Bruna Gusberti e Camilla Parini
testi e supervisione di Cristina Castrillo
sabato 21 marzo – ore 20.30 – LIS (Lugano in Scena) – Teatro Cittadella
“AMORI”
con Licia Amodeo, Daniele Bernardi, Loris Ciresa, Anita Faconti, Camilla Parini, Sturmius Wittschier
assistenza alla regia di Bruna Gusberti
drammaturgia e regia di Cristina Castrillo
domenica 22 marzo – ore 18.00 – sala Teatro delle Radici
“SE IL SILENZIO SAPESSE”
creato, interpretato e diretto da Cristina Castrillo
assistenza di Bruna Gusberti
Rassegna Generazioni
martedì 24 marzo – ore 20.30 – sala Teatro delle Radici
“AI MARGINI DELLA FORESTA”
Liberamente tratto da “La notte poco prima della foresta” di B.M.Koltès
con Carlo Verre
regia e scene di Tiziana Mastropasqua
mercoledì 25 marzo – ore 19.00 – sala Teatro delle Radici
“RAPPORTO - PASSAGGI IN TRASFORMAZIONI”
Proposta coreografica breve di Nunzia Tirelli
con Beatrice Lupi e Orfeo Fumagalli.
Mercoledì 25 marzo – ore 20.30 – sala Teatro delle Radici
“LA LINGUA PRIVATA”
di e con Daniele Bernardi
giovedì 26 marzo – ore 20.30 – sala Teatro delle Radici
“STILL LEBEN”
di e con Camilla Parini
venerdì 27 marzo – ore 20.30 – sala Teatro delle Radici
“LA DONNA IDEALE”
con Valentina Volpatto e Paola Raho
sabato 28 marzo – ore 19.00 – Spazio Pan
“REGINALD BRAY: L’UOMO CHE SI SPEDÌ”
curato da Luca Chieregato e Cinzia Morandi
con Cinzia Morandi nelle vesti di Mabel
sabato 28 marzo – ore 20.30 – sala Teatro delle Radici
“CARNEFICINE”
Una creazione Opera retablO
di e con Ledwina Costantini
testo di Andrea Bianchetti
Per ulteriori informazioni e/o prenotazioni rivolgersi allo 091 922 09 44 (Teatro delle Radici) o allo 091 923 24 33 (AMORI- Teatro Cittadella- Rassegna LIS)
oppure scrivere a: (info@teatrodelleradici.net) o tradici@bluewin.ch
Teatro delle Radici
35 anni
“Accade di seminare, accade di raccogliere, tutto lì. (…)
Seminammo con cura (…), seminammo immaginazione, e follia e talento. Ecco cosa abbiamo raccolto, un frutto ambiguo: la luce bella di un ricordo e il privilegio di una commozione che per sempre ci renderà eleganti, e misteriosi. Voglia il cielo che questo basti a salvarci, per tutto il tempo che ci sarà dato, ancora”.
Alessandro Baricco
Guardo spesso indietro e non riesco a distinguere con precisione le impronte, caso mai ci siano davvero.
C’è qualcosa che assomiglia alla fedeltà, alla coerenza, al coraggio e alla pazzia in tutto questo.
C’è qualcosa che assomiglia al rigore, alla malinconia, anche alla saturazione.
E c’è qualcosa di irrinunciabile.
Mi piace credere che, sebbene io non abbia potuto o saputo lasciare altro che orme sull’ acqua, i miei passi abbiano avuto significato, valore e concretezza per qualcuno.
Magari volevo solo essere un ricordo da sfoderare quando il teatro ti piomba addosso senza un perché.
O forse immaginavo di poter inventare una bussola infallibile per la continuità dei singoli passi.
La rassegna “Generazioni” è il prodotto di questi pensieri. Una maniera di festeggiare un lungo percorso riproponendo alcuni dei nostri ultimi spettacoli: “Neve”, “Amori” e “Se il silenzio sapesse”, e al contempo, provare a dare un ulteriore senso alla nostra storia attraverso lo sguardo e la personale dimensione creativa di attori che hanno fatto parte di questa struttura in diversi momenti, alcuni dei quali affiancano ancora le nostre iniziative.
Attori ai quali ho desiderato trasmettere non solo un principio tecnico formativo, ma una dimensione del fare teatrale che tenesse conto di chi siamo e cosa ci portiamo dentro.
Ciascuno ha provato a dare una impronta personale al proprio mestiere, dalle veterane Nunzia Tirelli e i suoi studi su Laban, Ledwina Costantini che stravolge ogni volta il suo modo di porsi sulla scena, a Cinzia Morandi che si diverte a inventare storie e buffi personaggi. Da Carlo Verre e il suo attaccamento ai testi a Camilla Parini con il suo particolare lessico corporale. Da Valentina Volpatto e Paola Raho, tenaci e irreverenti condottiere a Daniele Bernardi, che dà forma teatrale alla poesia altrui mentre non smette di scrivere la sua.
E se penso a loro, mi riappaiono pezzi fondamentali di vita, percorsi di formazioni, stupore ed enigma, tratti di giovinezza quasi cristallina, linee che disegnano mappe e scrivono circuiti sul palmo della mano.
L’imperfezione di un umano sentire che non riuscirà mai a dare delle risposte, ma che ha provato a inoltrare tragitti, a volte fecondi come un campo di grano.
Cristina Castrillo
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